Note alternative

Un atelier a Pistoia dove la musica si suona con strumenti innovativi, creati anche con materiale riciclato.

di Bruno Santini Novembre 2010

Quando entri nell’Atelier di Arte Sonora Terredaria (situato al piano terra della Villa di Scornio nel bellissimo parco Puccini di Pistoia) capisci subito quanto amore, rispetto e considerazione c’è per la musica, in chi gestisce questa struttura.

«Lo scopo del nostro lavoro – ci spiega Noemi Franceschi, una delle anime dell’Atelier – è fare ricerca nel campo degli strumenti musicali innovativi e sperimentali per divulgare una metodologia utile socialmente e culturalmente, per favorire l’interpretazione musicale a prescindere dalla preparazione specifica, dalla provenienza etnico/culturale e dalle abilità o disabilità delle persone».

«La musica è una cosa che ha accompagnato l’uomo fin da quando ha cominciato ad avere un’organizzazione sociale – le fa eco Carlo Martinelli (anch’egli musicista e ricercatore nel campo degli strumenti) -, scandisce tutti i momenti fondamentali della comunità (matrimoni, funerali…) ed è per ciò che deve tornare ad avere questo ruolo socializzante. La prima cosa è ascoltare la comunità. Solo così sei in grado di scoprire il tuo ruolo in essa. La musica è una metafora perfetta della vita di tutti i giorni!».

Una lama sonora

E per questo loro approccio alla musica, alternativo a quella tradizionale, i due prendono continui suggerimenti da tutte le culture creando (“per i grandi di domani e i bambini di ieri”) strumenti di facile fruizione realizzati anche con materiali di riciclo.

Ecco allora Ground Saw (per gli amici ‘segone’) lama sonora da terra dove l’esecutore, stando in piedi sulla base dello strumento in legno, percepisce le vibrazioni con tutto il corpo; Cow Gong in acciaio inox, simile al campanaccio delle mucche ma di dimensioni gigantesche che riproduce il suono del gong; Body Harp in cui sedendosi sulla cassa armonica ben si percepiscono le frequenze basse che hanno un grande potere di rilassamento; Marimba con tasti mobili, capace di permettere a 4 suonatori diversi di interagire contemporaneamente…

Donne, tamburi e stonati

Lo strumento dunque è la nostra voce ed attraverso, per esempio, il ritmo del tamburo l’emotività, la sensibilità vengono liberate… e quando questa esperienza è condivisa con un gruppo di altre persone nascono i Drim Circle che Martinelli e Franceschi conducono tutti i secondi e quarti venerdì del mese.

«A dispetto di ogni credenza e tradizione che considera suonare il tamburo un’attività prevalentemente maschile – precisa Noemi- le donne hanno ottimo senso del ritmo, sanno per esperienza cosa vuol dire ‘tenere la base’. Sulla pelle del tamburo una donna può imparare a volare, ad improvvisare, a esprimersi con immaginazione e creatività; può dimenticarsi per un po’ di ‘tenere la base’ e godere della libertà di esplorare giocando. Per questo è nato, tra le nostre varie iniziative, il corso di percussioni dedicato alle donne “Cambia vita… cambia ritmo” (con speciali sconti per i soci Coop).

Chi è stonato è tagliato fuori da questi vostri percorsi?!
«Assolutamente no! – specifica Martinelli – lo stonato non utilizza al meglio l’orecchio per ascoltare se stesso. L’orecchio e l’emissione vocale non sono sincronizzati… ma l’orecchio si può allenare anzi noi suggeriamo sempre ai futuri genitori di cantare spesso al bambino che è nella pancia della mamma per abituarlo al suono della loro voce e per intonarlo».

https://www.coopfirenze.it/informatori/notizie/note-alternative-10283