Il magico mondo della musica di Noemi e Carlo

di Silva Bertocci

PISTOIA. Avete mai immaginato un tamburo sottile come un piatto, e che pure suona perfettamente i suoni gravi di pancia al centro o più acuti sui lati? E avete mai pensato di fare dei sonori crepitacoli con delle bottiglie di plastica? Se avete risposto no, vuol dire che non avete figli o nipoti che hanno avuto la fortuna di incontrare Noemi e Carlo nel loro laboratorio.  “Olim mulis hodie musis”, così fece scrivere Niccolò Puccini, il generoso patriota mecenate pistoiese, sulla porta di un vasto ambiente posto al pianterreno della sua villa di Scornio. Ed è proprio lì che Noemi e Carlo hanno organizzato una spazio magico per bambini ed adulti, dove un tempo c’erano i muli oggi abitano le Muse! Entri e sul rosso del mattone spiccano strumenti musicali di varie forme e misure. Alcuni, anche se sei inesperto, li riconosci: tubi in alluminio da far risuonare se li colpisci o li sfiori con battenti, una campana in acciaio che puoi credere un gong… ma quella strana farfalla dalle ali rosse? E quel cilindro che ha intorno – nel senso della lunghezza- corde metalliche? L’archetto lì vicino suggerisce un possibile violino surreale e ti vien voglia di provare subito a far uscire dei suoni dall’oggetto misterioso. Il bello è che nessuno ti ferma, sei libero di esplorare le sonorità inconsuete di questi inconsueti strumenti.  E se poi entri nella seconda stanza ecco che ti accoglie una collezione davvero ricca di strumenti etnici, provenienti da tante culture extraeuropee: dall’Africa tamburi di ogni forma e dimensione, dal Sud America strumenti ritmici di forme colori materiali diversissimi, dall’Oriente…e se li vuoi sentire vivi e parlanti ascolta le mani delicate e forti di Noemi.  Ma se passi infine nella terza stanza, ecco lì è davvero il posto magico per te genitore, nonno, zio, musicista, musico terapeuta, o semplicemente curioso di suoni. Lì c’è infatti il laboratorio, completo di trapani, seghetti,chiodi, martelli e scatoloni di materiali ben classificati che è il regno di Carlo: lì infatti, insieme a Noemi, lui progetta strumenti musicali innovativi o ispirati a strumenti esistenti, ma rinnovandone i materiali. Serge Latouche sarebbe fiero del lavoro di Carlo e Noemi: si usano infatti tutti i materiali: da quelli tecnologici a quelli semplici, poveri, spesso addirittura di scarto. Il “rifiuto” non esiste, esiste invece la straordinaria creatività ed inventiva che permette di ri-utilizzare re-interpretare re-immettere in circolo idee e materiali.  Ed è proprio qui, in questo laboratorio, che si è svolto un breve intenso workshop di “Ideazione di un proprio strumento musicale” per adulti interessati non solo al mondo sonoro e alle sue valenze terapeutiche (i partecipanti lavoravano quasi tutti in ambito terapeutico-riabilitativo) ma anche al fare, al costruire con le proprie mani. Se è vero che si sta scoprendo che gran parte delle depressioni possono passare od alleviarsi col lavoro manuale, dove la testa progetta e la mano realizza e alla fine sei soddisfatto della tua capacità di dar vita a qualcosa che prima non esisteva (gli psicologi parlano di autostima), ecco il laboratorio si presenta davvero come un luogo piacevolmente terapeutico. Intanto si lavora insieme; lo scoraggiamento si supera perché da una parte, ma vigile, c’è Carlo che interviene, con la sua voce pacata ed i suggerimenti giusti. Il suo sorriso è lì sempre a dimostrare che con la pazienza e la calma e la fiducia nelle nostre risorse possiamo davvero realizzare i nostri sogni.  Tutti i partecipanti sono infatti usciti dal laboratorio con i loro strumenti in mano: oltre ai semplici crepitacoli, ecco le belle Kalimbe (dette anche “pianoforte da pollice”), con le loro lamelle montate sui ponticelli di metallo e una mezza zucca o un cilindro di cartone come cassa armonica.

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